Latte, zucchero o limone

In Oriente il tè si è sempre bevuto liscio, senza aggiunte, e sicuramente questo è il modo migliore per assaporarne tutti gli aromi e valutarne la qualità. Tuttavia, quando si tratta di piacere, ognuno deve essere libero di seguire il proprio gusto, con magari alcune piccole accortezze. I tè bianchi si bevono rigorosamente lisci, altrimenti non vale la pena berli. I tè verdi si prendono sicuramente senza latte: se si vuole dare un aroma di limone conviene mettere in infusione la buccia e non aggiungere il succo che darebbe un sapore troppo acido. Se si sente il bisogno di dolcificare, un miele chiaro è sempre meno invasivo dello zucchero, a meno che non stiate preparando il tipico tè verde alla menta marocchino nel qual caso lo zucchero è abbondante, d’obbligo. Anche i tè neri delicati d’alta montagna andrebbero degustati lisci, al massimo possono reggere un po’ di zucchero o miele chiaro, ma non il limone che ne snatura l’aroma. Quelli di media e bassa quota invece sono ideali per chi ama il tè con lo zucchero e il limone, addirittura con il latte, e possono reggere aromatizzazioni fai da te di ogni tipo, dalle spezie, alle erbe aromatiche. Una curiosità: secondo la tradizione inglese il latte va versato prima del tè, per raffreddare un po’ la tazza, altrimenti il calore dell’infuso rischia di cucinare i grassi del latte e dargli un retrogusto di formaggio, pare però che a qualcuno questo sapore piaccia e non riesca a rinunciare alla meravigliosa nuvola che si forma quando una goccia di latte cade in un tè nero. A voi la scelta, il dibattito rimane aperto.

Tè monorigine – Loolecondera BOPF … e con una buona persistenza al palato, ha sapori di malto e retrogusto di frutta gialla, ottimo con una goccia di latte.

 

 

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