I Tamil delle piantagioni
I primi Tamil furono portati dall’India del Sud allo Sri Lanka nel 1828, dagli inglesi in cerca di manodopera a basso costo per le loro piantagioni di caffè. La popolazione locale non era infatti sufficientemente povera per essere spinta ad un lavoro degradante sotto un padrone straniero. I Tamil invece vedevano le piantagioni come una valida alternativa alla miseria dei villaggi nativi, ed erano disposti a sopportare un viaggio estenuante, attraverso il mare e la giungla, per raggiungere le piantagioni e ritornare indietro alla fine del periodo di raccolta. Dopo il 1880, quando dalla raccolta stagionale del caffè si passò a quella annuale del tè, i lavoratori Tamil si trasferirono stabilmente nelle piantagioni e lentamente cominciarono ad organizzarsi per ottenere più diritti, partecipando attivamente alle lotte per l’indipendenza del paese nel 1957, ma riuscendo ad ottenere la cittadi- nanza solo nel 1974. In Sri Lanka la strada dell’eguaglianza sociale ed economica è ancora lunga, oggi tuttavia le famiglie che lavorano nelle piantagioni vivono una situazione migliore di molti altri abitanti dei villaggi: hanno diritto ad alloggi gratuiti, all’assistenza medica e a piccoli appezzamenti di terra per l’allevamento e l’orticultura. Il cibo viene dato loro anche a credito, i figli sono nutriti ed educati dalla scuola della piantagione e quando scende il sole sull’ultimo giorno e il lavoratore viene deposto, la bara è gratuita.
“Furono portati in Sri Lanka
per essere le bestie da soma,
i muli del commercio coloniale inglese,
hanno piantato prima il caffè e poi il tè,
e i loro figli e i figli dei loro figli
sono cresciuti come il tè piantato
e ripiantato nelle terre.
Conoscono ogni cespuglio, ogni roccia ed ogni fosso, e ogni strada e ogni binario
che dalle piantagioni fino alla costa
hanno aiutato a stendere.
Per questo, per aver contribuito
allo sviluppo della nazione
con il loro sangue, il loro sudore e le loro lacrime, devono essere riconosciuti.”
Maxwell Fernando, The History of Ceylon Tea, 2000